Natura

Antichi maronàri

Descrizione

I maronàri trovano nel suolo vulcanico il loro habitat ideale. Per questo motivo il territorio circostante al Muciòn, che in origine era un vulcano attivo, ospita molti castagni secolari, segnalati da alcune targhette che riportano il nome e l’età. Il sentiero che si percorre, infatti, passa e attraversa quella che è l’area della colata lavica, caratterizzata dalla presenza del sasso moro, cioè il sasso nero basaltico tipico delle zone vulcaniche.

La pianta del castagno fin dall’epoca romana viene definito “l’albero del pane” per le sue proprietà nutrienti e la sazietà che contraddistingue i suoi frutti.

Nel territorio di Monte di Malo le castagne, da cui si ricavava la farina, erano un’importante fonte di alimentazione per tutti gli abitanti. Per questo motivo, anche grazie al terreno favorevole, si iniziò la coltivazione dei maronàri.

Una pratica molto diffusa nella pedemontana vicentina fino a qualche decennio fa era la rissolára (in italiano ricciaia). Consisteva nel creare un mucchio di castagne ancora avvolte nel loro riccio che poi veniva coperto con foglie e frasche. Le castagne, così, si mantenevano a lungo, potendo essere utilizzate e prelevate a bisogno nell’arco di alcuni mesi. Questo metodo di conservazione era possibile grazie alle basse temperature del mese di ottobre, caratterizzate dalle prime brine, al giorno d’oggi non più frequenti nei mesi autunnali.

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